La postura incide sull’umore… il peso sul carattere!

L’analisi posturale è un argomento di sempre maggiore interesse, soprattutto nell’ambito chinesiologico, quindi per quanto attiene  il benessere fisico, la prevenzione delle alterazioni che la riguardano e, in parte, la performance atletica. Tuttavia spesso si sottovaluta il suo impatto sulla sull’umore e sui processi cognitivi, è invece crescente la letteratura scientifica che analizza questi aspetti per tramite di studi sperimentali e osservazionali.

La postura non è quindi semplicemente una manifestazione fisica, ma un fenomeno complesso che interagisce con vari aspetti dell’esistenza individuale, inclusi quelli psicologici. Una postura “eretta” ad esempio è associata a stati di maggiore fiducia in sé stessi (Peper e Lin 2012), contribuisce al miglioramento dell’umore e della percezione legata alla leadership personale, mentre una postura “curva” è spesso collegata a stati di umore cupo e atteggiamenti passivi, ricordi negativi e approccio depresso. Assumere una postura eretta può aiutare a mantenere un’autovalutazione positiva e affrontare con maggiore successo lo stress (Nair et al., 2014).

Ma l’assetto posturale si spinge oltre, può avere un impatto anche sui processi cognitivi, gli individui con una postura “eretta”  mostrano un aumento della fiducia nelle proprie idee e una maggiore apertura mentale (Brinol et al., 2009), al contrario  una postura curva può portare a una diminuzione della memoria di lavoro e delle capacità di problem-solving.

I meccanismi attraverso cui la postura influisce sull’umore e sui processi cognitivi non sono ancora completamente emersi, ma è stato suggerito che la postura possa influenzare gli stati fisiologici attraverso la mediazione del sistema nervoso autonomo, modificando il livello di ormoni dello stress come il cortisolo, e influenzando la respirazione che, a sua volta, ha effetti sulla saturazione di ossigeno e sui processi cognitivi (Carney et al., 2010).

E’ stato perfino indagato se una postura eretta potesse portare direttamente a miglioramenti nella performance cognitiva, confermando le ipotesi di partenza (Awad et al., 2021)

Le implicazioni di questi risultati sono rilevanti e complesse, sia perché confermano parte di quanto insegna già la PNEI (Psico Neuro Endocrino Immunologia) riguardo la complessità del soggetto, che non va visto nelle sue singole componenti, ma nelle loro interazioni, sia per quanto riguarda un ruolo ancora sottovalutato (o considerato per i soli aspetti muscolo scheletrici) dei professionisti della postura.

Non meno importante, e a molti sconosciuto, è il rapporto tra peso corporeo e tratti caratteriali. Il peso corporeo è una caratteristica fisica che può influenzare profondamente l’autopercezione e il comportamento di un individuo e, variazioni significative nel peso, in particolare a seguito di un considerevole dimagrimento, possono portare a cambiamenti nel carattere e nella psicologia di una persona.

Il carattere, definito come l’insieme delle disposizioni emotive e comportamentali che delineano un individuo, può essere influenzato da una varietà di fattori, tra cui la salute fisica, l’autostima e la percezione sociale e il dimagrimento, con le sue interferenze marcate in questi ambiti, determina significative ripercussioni caratteriali.

Fin dall’inizio, il modo in cui un individuo percepisce il proprio corpo gioca un ruolo cruciale nella formazione del carattere, l’insoddisfazione corporea può portare a sentimenti di bassa autostima e depressione. Il dimagrimento, migliorando l’autopercezione, influenza di conseguenza umore e tratti caratteriali e comportamentali

Gli individui che hanno perso peso spesso riferiscono una maggiore propensione a intraprendere attività sociali, una riduzione dell’ansia sociale, e un miglioramento nelle relazioni interpersonali. I tratti di personalità classificati come nevroticismo, estroversione, coscienziosità, sono quelli che subiscono le interferenze maggiori, in particolare con la riduzione del nevroticismo e un aumento dell’estroversione.

Tuttavia se da un lato questo può portare a un miglioramento del benessere psicologico, su alcuni soggetti predisposti può anche esporre a rischi come l’ossessione per il cibo e il peso o il disturbo dismorfico corporeo. Elementi che in ogni caso possono caratterizzare i soggetti in forte sovrappeso, pertanto non giustificano la mancata propensione al cambiamento.

Se si considera in ultimo quanto il peso sia associato alle condizioni posturali, e quanto lo stato emotivo possa individuare nel cibo una errata strategia di coping, si comprende come un intervento su uno solo di questi aspetti, possa positivamente influenzare gli altri e come, al contrario, la compromissione di un singolo fattore, incida sulla complessità individuale.

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Peper, E., & Lin, I. M. (2012). Increase or decrease depression: How body postures influence your energy level. Biofeedback, 40(3), 125-130.

Nair, S., Sagar, M., Sollers, J., Consedine, N., & Broadbent, E. (2014). Do slumped and upright postures affect stress responses? A randomized trial. Health Psychology, 34(6), 632-641.

Brinol, P., Petty, R. E., & Wagner, B. (2009). Body posture effects on self-evaluation: A self-validation approach. European Journal of Social Psychology, 39(6), 1053-1064.

Wilson, V. E., & Peper, E. (2004). The effects of upright and slumped postures on the recall of positive and negative thoughts. Applied Psychophysiology and Biofeedback, 29(3), 189-195.

Carney, D. R., Cuddy, A. J., & Yap, A. J. (2010). Power posing: brief nonverbal displays affect neuroendocrine levels and risk tolerance. Psychological Science, 21(10), 1363-1368.

Vrijkotte, T. G., Van Doornen, L. J., & De Geus, E. J. (1999). Effects of work stress on ambulatory blood pressure, heart rate, and heart rate variability. Hypertension, 33(4), 926-931.

Awad, S., Debatin, T., & Ziegler, A. (2021). Embodiment: I sat, I felt, I performed – Posture effects on mood and cognitive performance. Acta Psychologica, 2018.

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